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Resilienza: la forza di rialzarsi e adattarsi al cambiamento di Stefania D’Agostino

“Nel mezzo delle difficoltà nascono le opportunità” sosteneva Albert Einstein, e se definiva così la forza insita nelle avversità della vita, tale forza non può esistere senza chi ne scopre le potenzialità e ne è in realtà l’artefice: l’uomo. L’essere umano è da sempre portato a fronteggiare le difficoltà della vita adattandosi al proprio ambiente ed evolvendosi, idea che rimanda al concetto di evoluzione della specie teorizzata da Charles Robert Darwin, ma la forza dell’uomo risiede nella sua mente e nella sua volontà di non arrendersi, riuscendo a ridefinirsi e a reagire in modo opportuno di fronte alle circostanze della vita a volte negative per lui. Tale forza può essere denominata resilienza.

La resilienza è la capacità di un sistema di adattarsi al cambiamento. Termine usato in ambiti come l’informatica, l’ingegneria, l’arte e nel risk management, in psicologia indica la capacità di reagire in maniera positiva agli eventi sfavorevoli e traumatici, riorganizzando la propria vita, rimanendo sensibili alle opportunità’ positive, riuscendo ad “auto-ripararsi” nonostante le difficoltà’ senza perdere la propria identità’. La mente non è solo in grado di rialzarsi dopo un danno e riprendere il proprio cammino, ma ha anche la facoltà di perseguire i propri obiettivi nonostante le difficoltà che si presentano, rispondendo in maniera positiva agli eventi negativi che incontra lungo il cammino.

E’ dalla sofferenza che nasce tale forza, che forma i caratteri e scolpisce l’essere umano rendendolo più forte e in grado di fronteggiare in maniera efficace le contrarietà della vita. Non solo è in grado di resistere agli urti, ma anche di ricostruire la propria dimensione cercando e trovando una nuova chiave di lettura di sé stesso e del mondo che lo circonda, inclusi gli altri. Trova un nuovo percorso di vita, una nuova strada da seguire riscoprendo in sé stesso una nuova forza per affrontare e superare efficacemente gli eventi traumatici e le avversità che incontra.

Esiste un uguale grado di resilienza in ognuno di noi? Un individuo può aver sviluppato una capacità di reagire in modo più efficace rispetto a un altro? Ognuno di noi possiede differenti capacità e diversi livelli di resilienza; è un processo strettamente individuale che dipende dagli stili di vita, dall’attaccamento con le figure primarie, dalla personalità, le esperienze di vita vissute e dall’apprendimento. Noi elaboriamo e filtriamo in maniera differente ciò che ci accade quotidianamente e attribuiamo significati diversi ai vari eventi che ci colpiscono o ai quali assistiamo. Diverso è anche il modo di reagire e di immagazzinarli nella nostra memoria.

I fattori che influenzano il diverso grado di resilienza possono essere riassunti cosi: relazioni affettive familiari soddisfacenti, che incrementano la fiducia in sé stessi e verso gli altri; una buona autostima e un buon grado di ottimismo che implica la capacità di reagire con positività e di trovare nuove soluzioni più efficaci ai vari problemi che si presentano. Inoltre i più resilienti mostrano tre tratti di personalità rilevanti, come spiega Susanna Kobasa, psicologa dell’università di Chicago; impegno: la persona si lascia coinvolgere in attività, si dà da fare, non ha paura della fatica, non è ansiosa, può fronteggiare le varie situazioni che le si presentano avendo una reale percezione delle difficoltà da affrontare ed obiettivi da raggiungere, crede e lotta per realizzarsi, elemento fondamentale perché’ l’impegno sussista ; controllo: la persona ha la convinzione di non essere “vittima” degli eventi e di poter dominare ogni cosa, è in grado di modificare i propri interventi guidando le attività e i progetti intrapresi verso il successo e in alcuni casi può decidere di fermarsi o indietreggiare aspettando momenti migliori per intervenire. Infine c’è il gusto per le sfide che rimanda a una persona aperta e elastica, capace di accettare i cambiamenti e di esaltare gli aspetti positivi, minimizzando quelli negativi. Il cambiamento e le difficoltà sono uno stimolo e una opportunità per crescere e non un rischio e una minaccia da cui fuggire.

La resilienza è innata o è qualcosa che si può apprendere? Come dicevamo è una capacità che dipende, tra le altre cose dalle esperienze di vita e dal modo di vedere e affrontare la vita. E’ una caratteristica che non è naturalmente presente o assente, ma si riferisce a pensieri, comportamenti e azioni che possono essere appresi nel corso della vita. E chi ha un livello alto di resilienza non significa che non sperimenta la sofferenza e lo stress derivante dalle difficoltà della vita, o che sia infallibile, ma ha appreso la capacità di cambiare quando è necessario, accettando i propri limiti e i propri sbagli, imparando da essi e cambiando la rotta indirizzandola verso un comportamento migliore che punta alla realizzazione efficace di sé stesso e della propria vita. Ha imparato a modificare i propri pensieri per adattarli alle circostanze adottando nuove strategie e idee creative.

Tante sono le strade e i modi che possono portare ad accrescere il proprio bagaglio di resilienza. La tecnica più adatta per aumentare il proprio livello di resilienza può essere quella di focalizzare l’attenzione sulle esperienze del passato ricercando le risorse che si possono attivare e cercando di puntare sui propri punti di forza personali. Farsi le domande giuste, ad esempio, cosa mi ha spinto a reagire in quel modo? Cosa avrei potuto fare di diverso? E cosa posso imparare da tutto ciò in modo da trasformarlo in una risorsa per il futuro? Inoltre bisogna migliorare la propria autostima, cambiare il modo di guardare le cose attivando una prospettiva più positiva e ottimista, ricercando l’occasione di cambiare che la difficoltà può dare. Inoltre contando su un aiuto sociale efficace è possibile sviluppare un nuovo modo di vivere più aperto e disponibile, capace di riorganizzare tutto il nostro mondo e di portarci così a un buon livello di resilienza.

 

STEFANIA D’AGOSTINO

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