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“Crimes of the Future” di David Cronenberg di Nicola Velotti

“Crimes of the Future” è un film del 2022 che segna il ritorno di David Cronenberg ai temi del corpo, della tecnologia e della sessualità. Con un cast stellare che include Viggo Mortensen, Léa Seydoux e Kristen Stewart, il film esplora un futuro distopico dove il dolore e le infezioni sono scomparsi, lasciando l’umanità a confrontarsi con nuove e strane mutazioni biologiche.

Cronenberg ci porta in un futuro non troppo lontano, in cui l’umanità sta imparando ad adattarsi al suo ambiente sintetico. Questa evoluzione spinge gli esseri umani oltre il loro stato naturale e li conduce verso una metamorfosi che altera la loro struttura biologica. Mentre alcuni abbracciano il potenziale illimitato del transumanesimo, altri cercano di controllarlo. In questo contesto, la Sindrome dell’Evoluzione Accelerata si sta diffondendo rapidamente.

Il protagonista Saul Tenser, interpretato da Mortensen, è un amato artista delle performance che ha abbracciato questo nuovo stato, sviluppando nuovi e inaspettati organi nel suo corpo. Insieme alla sua partner Caprice, interpretata da Seydoux, Tenser trasforma la rimozione di questi organi in uno spettacolo per i suoi fedeli seguaci, che possono ammirare in tempo reale. Ma sia il governo che una strana sottocultura che vuole dimostrare che siamo già oltre, che esiste un passaggio successivo e che qualcuno sta sviluppando organi che gli consentono di cibarsi di plastica e scarti tecnologici, di fatto essendo più adatto alla vita su quello che è diventato il nostro pianeta, seguono la sua attività, e Tenser è costretto a considerare quale sarebbe la sua performance più scioccante di tutte. Il film ci immerge in un’estetica del body horror, con un approccio che mescola l’arte e la scienza in un modo che solo Cronenberg può concepire.

In questa storia di superamento dell’umanità tramite quelli che, viene detto ad un certo punto, alla fin fine sono solo tumori, vediamo tutto l’armamentario di soluzioni e idee visive della carriera di Cronenberg rispolverate per l’occasione. Ogni invenzione è presa da un suo altro film (anche il titolo l’ha già usato), c’è il concorso di bellezza per le interiora di Inseparabili, la tecnologia bioelettronica di EXistenz, le feritoie nel corpo e gli slogan di Videodrome. Crimes Of The Future è la summa di quel filone del suo cinema, in cui viene aggiunto il tassello che mancava, il ruolo cioè dell’arte e quindi, implicitamente, quello di Cronenberg stesso, che di mutazioni, nuova carne ed evoluzione ha sempre fatto la materia delle sue opere.

In Crimes of the Future la tecnologia è il futuro del corpo umano. “La chirurgia è il nuovo sesso” viene detto, e vediamo che il dolore equivale ad un piacere contagioso al solo sguardo. Le persone vedono come la carne può essere aperta, godendone, e vogliono farlo. L’atto stesso di guardare qualcosa, come spesso accade in Cronenberg, è una droga e spinge al mutamento. Il corpo è privo di significato e allora i personaggi vogliono riempirlo di significato con l’arte.

La critica ha accolto il film come una riflessione provocatoria e intensa sul futuro dell’umanità e del nostro rapporto con il corpo e l’identità in un mondo sempre più mediato dalla tecnologia. Il film esplora temi come la chirurgia, la manipolazione anatomica e il confine tra l’umano e il non umano. “Crimes of the Future” è un’opera che affascina e inquieta allo stesso tempo, e rappresenta un ritorno significativo per uno dei registi più iconici del cinema contemporaneo.

NICOLA VELOTTI

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