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Il virus della Decrescita di Antoine Fratini

Si sa, per riprendere una felice quanto buffa espressione fumettistica(1), “la paura fa spavento”! In quel caso trattasi ovviamente del timore del contagio da Covid-19, acronimo di Co (corona), Vi (virus), D (“disease”, malattia) e 19 (l’anno di identificazione del virus). Di fronte alle ripetute contraddizioni ed imprecisioni proferite dai media e dagli alti rappresentanti dello Stato, sarebbe ingiusto colpevolizzare la popolazione per alcune loro reazioni abnormi, conseguenza di una mancanza di fiducia nelle istituzioni. Da un lato, per numerosi Comuni del Nord Italia è stato dichiarato lo stato di quarantena onde frenare giustamente l’espansione del contagio, dall’altro la paura dei cittadini, accoppiata alle potenzialità delle nuove tecnologie (internet, whatsapp…), si diffonde molto più rapidamente del virus stesso. Così, nelle province limitrofe e anche più lontane dalle zone focolaio i supermercati sono presi d’assalto. Si teme non tanto una penuria di cibo, quanto le eventuali difficoltà di rifornimento da domicilio in caso di quarantena. E se il lavoro e il commercio via internet in quelle zone sembrano destinato ad aumentare, globalmente la popolazione si avvia forzatamente verso un cambiamento di stile di vita. Finiti l’indaffaramento (lavorativo e non) ad oltranza, la ricerca ossessionata del profitto, il darsi corpo e anima al consumismo! Il tempo, sino all’altro ieri prerogativa del sistema, torna proprietà dei cittadini. Per lo meno di coloro che, invece di disperarsi, sapranno cogliere l’occasione per sperimentare un altro stile di vita improntato alla sobrietà, la responsabilità, la solidarietà, la riflessione.

Il rammarico è che questa condizione, oltre ad essere certamente passeggera, sia la conseguenza di un agente virale anziché di una scelta deliberata. In altri termini, trattasi effettivamente di una decrescita, ma di una sua forma involontaria ed imposta e pertanto vissuta (come dimostra il flusso ininterrotto dei commenti mediatici più o meno allarmistici) negativamente, il che spiega l’attuale pathos generalizzato. Tuttavia, anche partendo da queste basi non proprie ideali, questa parziale e molto relativa decrescita potrebbe anche, e in poco tempo, permettere alle persone più aperte e sensibili psicologicamente di fare propri i piaceri e le virtù di una vita più sobria, grazie ad un tempo finalmente ritrovato, primaria condizione per il raggiungimento di una più ampia percezione dell’anima repressa e di una maggiore lucidità intellettuale.

Purtroppo, è altrettanto vero che quando il periodo di quarantena finirà, la dittatura del PIL riprenderà il suo corso inarrestabile, instillando sensi di colpa nei fedeli della religione economica e portandosi via con sé, oltre alla paura del virus, anche le condizioni per una vita felice.

NOTA
1) Alan Ford di Max Bunker


ANTOINE FRATINI

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