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“M49” Storia di ordinaria psicopatia di Antoine Fratini

Ci risiamo: ora a rappresentare il pericolo supremo tocca agli orsi. Si è deciso che M49 è un pericolo. Ha forse sbranato o attaccato qualcuno? No… però potrebbe farlo! Allora “rimuoviamolo” e rinchiudiamolo in uno zoo, come si farebbe prelevando una automobile mal parcheggiata e portandola allo sportello dei depositi. E intanto che ci siamo eliminiamo anche i lupi, le vipere, le linci… A volte la stoltezza umana pare proprio non avere confine.

Poche ore fa è giunta infatti la notizia della firma posta dal governatore della provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti sull’ordinanza di cattura del giovane orso maschio di 3 anni che si sarebbe “reso responsabile di numerosi danneggiamenti al patrimonio zootecnico e di ben 3 tentativi di intrusione in locali produttivi o privati”[1]. Una firma annunciata per un governatore che ai nostri occhi, volendo operare uno di quei salti di prospettiva di cui gli indios dell’Amazzonia sono maestri e che si rivelano spesso salutari ed illuminanti, appare come un amministratore pubblico i cui discorsi sono pericolosi per la Natura e quindi anche per l’uomo che di questa Natura deve assolutamente tornare a fare parte se vuole ritrovare se stesso ed evitare la catastrofe ecologica già prevista e annunciata per il 2050 da una recente analisi scientifica pubblicata dal Breakthrough National Centre for Climate Restoration di Melbourne[2]. Come può un orso ritenersi responsabile, cioè in difetto, perché semplicemente conduce la sua vita da orso e come tanti altri animali selvatici si avvicina saltuariamente a zone abitate o incontra qualche escursionista che passa dal suo territorio? Dal punto di vista psicoanimisitico, questi avvicinamenti non sono dettati solo dalla ricerca di cibo facile, ma anche da una profondissima inclinazione a “provarci” con l’uomo, cioè a suggellare con esso un patto animico, una sorta di simbiosi spirituale benefica per entrambi. Non mi aspetto certo che tali discorsi possano essere capiti da persone possedute dal daimon economico e sprovvisti di adeguata cultura al riguardo, ma sono altrettanto sicuro che tutti gli sciamani e tutti i membri tribali concorderebbero su quanto ho appena affermato.

 

Rendiamoci conto che soltanto nel nostro abituale modo di esprimerci facciamo paura. Questo tipo di linguaggio esprime bene tutta la nostra alienazione: “orso M49”, “patrimonio zootecnico”, “locali produttivi”, “rimozione di animali”! Gli animali sono diventati meri oggetti da sfruttare asetticamente, merci da disporre a piacimento, come si sposterebbe un sacco di patate o un bicchiere. M49: alla dignità del nome si sostituisce una numerazione, proprio come accadeva nei campi di sterminio nazisti al fine di eradicare il più possibile ogni senso di umanità nei prigionieri ebrei. Come ho già fatto rilevare altrove[3], pensare con i numeri è il sistema migliore per cosificare l’uomo e soffocare l’anima. Ed è per non intralciare queste “merci” torturate per tutta la loro breve esistenza in lager di cemento subdolamente chiamati “stalle moderne” che si ricorre ad una cattura che rischia di rivelarsi, come è già accaduto in passato[4], un abbattimento in piena regola. Ovviamente si parlerà in quel caso di “tragico incidente”. Ma è bene che si sappia che ci troveremmo di fronte ad un vero e proprio crimine in riferimento alla wild law, la legge che è diretta conseguenza della Dichiarazione Universale dei Diritti della Natura già affermatasi in numerose comunità degli USA e inserita addirittura nella Costituzione dell’Ecuador, e alla Nature’s Rights, iniziativa inserita nel 2017 nell’agenda legislativa della Commissione Europea.

 

Ma al di là del pur importantissimo discorso ecologico e alla virtuosa rivoluzione giuridica in corso, occorre rilevare che il mondo naturale è anche un contenitore di simboli necessari alla evocazione degli archetipi dell’inconscio collettivo dell’uomo, nonché, come tutte le tradizioni animistiche affermano, all’acquisizione di poteri spirituali come per esempio quello rappresentato dall’alleanza con animali di potere. E questo discorso a maggiore ragione si applica per i grandi carnivori che da sempre nutrono la fantasia mitopoietica dell’uomo. Oltre alla forza e al coraggio (l’orso è uno dei pochi animali che non abbassa lo sguardo e “osa” guardare l’uomo negli occhi) riconosciutagli da numerose tradizioni, il fenomeno del letargo al quale si associa evoca anche le dinamiche rigeneratrici dell’anima legate ai cicli naturali della morte e rinascita. È importante capire che l’animo umano non può accontentarsi di figurine, di foto o di racconti, e non può nemmeno accettare di vivere in un mondo artificiale, in una sorta di campana di vetro. Le rappresentazioni possono certamente aiutare, segnatamente se si rimane in un ambito più collettivo e quindi nell’ordine di una individuazione meno esigente, ma non possono sostituirsi all’intensità di un incontro ravvicinato o soltanto della percezione della presenza fisica di un grande predatore. È bene ricordare a tale proposito la conversione spontanea “da cacciatore a uomo vero” vissuta dallo scrittore e giornalista J.O. Curwood durante una battuta di caccia in cui uscì indenne da un faccia a faccia con un grizzly. Egi infatti capì per la prima volta che “il grande brivido della caccia non è quello di uccidere, ma quello di lasciare vivere”. Il recupero di quel sentimento fondamentale, vitale e armonizzante di fare parte di una Natura che ci trascende e di partecipare alla sua evoluzione si paga anche al prezzo di qualche pericolo. La morte in tutte le tradizioni è parte integrante delle vita. Tanto che la vita senza la morte o senza il pericolo sarebbe inconcepibile. Ma a questo proposito occorre ribadire che, come la Storia ha ampiamente dimostrato, l’unico essere dal quale è lecito avere veramente paura rimane l’uomo cosiddetto civilizzato, non l’orso o il lupo o qualsiasi altro animale.

 

Pertanto, vogliamo attirare l’attenzione sul pericolo concreto rappresentato dai discorsi e dalle azioni sostenute dal Sig. Maurizio Fugatti nei confronti della Natura e quindi anche dell’uomo che della Natura deve tornare a fare parte, e chiediamo le sue dimissioni da governatore della Provincia autonomo di Trento. Sarebbe altresì necessario un intervento più deciso del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa al fine di fare valere i diritti dell’orso e opporsi all’ordinanza di cattura ingiustificata. Un animale selvatico, per di più così rappresentativo come l’orso, non può essere catturato o eliminato solo per una sua presunta pericolosità. Sarebbe pressappoco come arrestare un cittadino in base ad una supposta volontà di commettere un reato. Torniamo a dire che tale ordinanza di cattura è ingiustificata, dannosa e non rispettosa dei diritti della Natura.

 

Invitiamo infine tutti i cittadini italiani a boicottare qualsiasi prodotto proveniente dal Trentino fintanto che tale governatore non venga “rimosso” dalle sue funzioni.

 

Antoine Fratini

Presidente dell’Associazione Natura & Psiche

http://naturaepsiche.jimdo.com/

[1] https://www.repubblica.it/cronaca/2019/07/01/news/firmata_l_ordinanza_l_orso_m49_sara_catturato_vivra_rinchiuso_in_un_recinto-230087113/

 

[2] http://www.ilgiornale.it/news/mondo/clima-ricerca-choc-nel-2050-collasso-degli-ecosistemi-1718674.html

 

[3] A.Fratini, La religione del dio Economia, CSA Editrice, Crotone 2009.

[4] https://psicoanimismo.wordpress.com/2017/08/13/lorsa-kj2-vittima-della-paranoia-assassina/

 

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