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Poetry Therapy e Scena Primaria di Nicola Velotti

Una prospettiva interessante, all’interno del movimento psicoanalitico, per comprendere i fondamenti teorici della Poetry Therapy è costituita da quella che tende verso un’analisi intrinseca della opera poetica, affrancata dalla personalità di chi la produce e volta a cogliere la specificità dell’opera stessa.
Il testo poetico sarebbe legato alla realizzazione simbolica del desiderio inconscio, attraverso un processo di significazione ambigua, cioè di una significazione che nasconde ciò che rappresenta nello stesso momento in cui lo manifesta.
Il testo poetico esprimerebbe, dunque, l’istituzionalizzazione culturale del desiderio inconscio, e diventerebbe così il terreno privilegiato per l’individualizzazione dei desideri umani e il superamento delle problematiche esistenziali.
Fondamentale in questa prospettiva è il contributo di Franco Fornari che analizza il rapporto tra scena primaria e linguaggio poetico.
Per Fornari la scoperta del linguaggio poetico può essere pertanto considerata come un grande processo di riparazione: solo attraverso il linguaggio poetico, il lutto, determinato dalla perdita del rapporto diretto con la natura, può essere elaborato.
Il motivo per cui i desideri inconsci, i rappresentati, non possono essere presentati direttamente, è dovuto ad un’esperienza che l’individuo deve negare di conoscere, pur conoscendola: quella dei rapporti sessuali tra i genitori, nota come “scena primaria”. La scena primaria è immaginata esistente, prima di essere rappresentata: in una modalità allusiva, la si può rappresentare solo negando di conoscerla, nell’attimo stesso in cui la si raffigura. Essa implica l’accoppiamento dei genitori e l’esclusione del bambino e, nello stesso tempo, l’accoppiamento di tutti i personaggi della famiglia, ma anche la loro morte.
Esiste pertanto un accoppiamento orale, un accoppiamento orale-uretrale e un accoppiamento genitale, ma anche una relazione distruttiva tra essi. Intesa in tale prospettiva, la scena primaria contiene tutti gli stati affettivi umani fondamentali.
Il fatto che il bambino sperimenti sia la proibizione dell’amore che quella dell’odio, determina in lui la sensazione del fallimento della natura, con la quale egli si sente legato. Il fallimento della natura induce il bambino ad accettarne la rimozione, ed egli quindi la rimpiazza con la cultura.
Elaborato nella rappresentazione simbolica, il desiderio umano cessa di essere valido in quanto natura, per poter essere sottoposto al consenso della cultura attraverso la rappresentazione simbolica; la scrittura poetica diventa, allora, la rappresentazione simbolica della scena primaria. Dato che gli enunciati simbolici sono in grado di determinare processi di identificazione quanto più sono realizzati in una forma universale, il segreto fondamentale dell’opera poetica dovrebbe essere quello di instaurare una funzione culturale e di superamento del desiderio proibito attraverso una forma accessibile a tutti. Per questo motivo, la rappresentazione poetica che piace universalmente solo ed unicamente per il modo in cui è rappresentata, dovrebbe svincolare l’uomo dalla natura e, nello stesso tempo, dovrebbe permettere di trasformare qualsiasi vissuto in una sua rappresentazione piacevole e accettabile, che può essere fruita terapeuticamente da se stessi e da tutti. Grazie a questa rappresentazione simbolica che è la poesia ogni individuo sarebbe in grado di rielaborare in modo positivo la scena primaria,e di affrontare e superare in modo attivo le angosce e le frustrazioni connesse alla sua esistenza.

NICOLA VELOTTI

Bibliografia:
F. Fornari ” Nuovi orientamenti nella psicoanalisi”, Collana: Biblioteca di psichiatria e di psicologia clinica, 14, Milano, Feltrinelli, 1979.

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